Celle dei prigionieri: La punizione

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    La cella è un quadrato angusto, non vi sono finestre, né mobili, solo una coperta su cui sdraiarsi e anelli alle pareti per fissare le catene, la porta di legno è sbarrata, sigillata da un Sacerdote Rosso, sorvegliata da due Demoni. La prigioniera è affidata al Satariel e può farne quel che desidera, dopo l’oltraggio subito e la bestemmia al Sacro Ordine di Lucifero, la lesa maestà all’imperituro sovrano, sono pochi a finire in una sì scomoda posizione, in balia di uno dei più potenti esponenti della società del Regno, chiunque sarebbe preda del terrore ma non la creatura in questione.
    Hel, a braccia conserte, scruta l’Anima Dannata senza dire una parola, vi è silenzio fra loro, non potrebbero essere più differenti, l’Harab è una figura sottile, si erge pallida ed oscura come una lancia, avvolta in un abito nero senza maniche con una scollatura modesta, sulla quale spicca un’importante collana di platino con una cascata di diamanti neri, simili ad gocce; le braccia nude sono diafane e perfette, come le mani; i lunghi capelli sono sciolti sulla schiena, una cascata nera e morbida, alcune ciocche sono intrecciate con perle bianche, fissate sulla nuca, le corna lucide mostrano la punta affilata, mentre il viso è bello, gli occhi hanno una luce sinistra, ipnotica, simile ad una fiamma, non mostra le gambe o i piedi, la gonna scivola sino a coprire totalmente la parte inferiore del corpo, inclusa la sua coda da scorpione.
    «Non sei più la nostra attrazione principale.» Hel ha una voce decisa, femminile ma profonda, sembra permeabile a qualsiasi provocazione. «Oggi, si decide il tuo destino. Puoi credere quel che ti pare, ma appartieni a questo Regno e non hai altre strade da percorrere.»
    La prigioniera sembra pronta a riderle in faccia, ha i capelli bianchi, sciolti sul viso parzialmente nascosto, indossa un cencio lurido ed è stata preparata per l’interrogatorio: uno stretto collare di cuoio serra la gola, una catena arriva alle polsiere e le collega alle cavigliere, costretta in ginocchio, ha una seconda catena fissata ad un anello sul muro, incaprettata, umiliata, obbligata a ripetere le medesime frasi, giorno dopo giorno e non ha ceduto. La sua fede pare sincera e malriposta.
    «Le offerte allentati?» chiede in tono ironico, alza appena il volto su Hel, senza paura. «So che mi spetta il calvario dei suicidi.» sbotta.
    Hel fissa un punto indistinto sulla parte: «No.» sentenzia con indifferenza. «Le Case di Piacere cercano ragazze, un punto strategico di notevole importanza, perché chiunque può crearsi la propria fortuna, in quel posto o data in pasto agli Angeli, a meno che il Satariel non decisa in maniera diversa. La situazione non è mai così terribile, in un posto senza speranza.» arretra di un passo.
    «Io dovrei credervi?» ribatte saccente la ragazzina.
    «Non è qualcosa che mi riguarda, ma il Satariel è nato nella carne e nel sangue.» rammenta alla prigioniera.
    «Può darsi, ma ciò che sta diventando non ha nulla a che fare con me, con voi e con l’Umanità.» piega le labbra in una smorfia, senza aggiungere una parola.

    Edited by James Christoper Allen - 20/7/2017, 03:26
     
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  2. Callum Iain Payne II
     
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    ◆ Satariel ◆ Lanista ◆ Anima Dannata ◆ Biriam ◆ Scheda
    Callum Iain Payne

    ◆ L In natura non esiste nulla di così perfido, selvaggio e crudele come l'uomo comune. ◆
    Callum Iain Payne II non ha fretta, la situazione è tornata sotto il suo controllo, i dispacci per la Prima Anima e la Madre della Disgrazia sono stati inviati, quasi certamente anche ricevuti e lui non ha alcun motivo per agitarsi.
    Il Traditore di Erellont ha levato le tende, risucchiato nel suo regno, presume sia uno svantaggio, a patto che nessuno inizi a turbare il povero e cencioso penitente, idea che Callum ha subito vagliato, se esiste un modo per torturarlo, sarà messo in pratica. Non dovesse bastare, si domanda perché non sia stato ucciso a tempo debito, togliendo un peso al suo carico di doveri.
    Il Satariel sospira, le guardie si mettono sull’attenti, aggiornato dal Doctore sulle novità, annuisce, congeda l’Angelo Ribelle con l’ordine di far allenare i guerrieri.
    L’erede di Aamon, un ragazzino concepito con la Prima Strega, ha salvato l’ex precettore di Axa, un Demone della Lussuria, un Nephilim scampato all’epurazione e questo può non significare nulla, come può mettere in allerta chi ha interessi che vanno oltre il Confine.
    La vita è complessa per chi non muore, si aggroviglia come un filo troppo lungo, forse anche lui finirà a tessere trame, al fine di vincere la noia di esistere, di essere immobile nel Tempo.
    Callum scende le scale, la guardia sulla destra, apre la porta, il sigillo non si spezza, la sua aura è una fonte di energia per lui, che è appena sveglio, pronto a chiudere un capitolo del romanzo di Berith o così spera.
    Hel si volta, lo saluta con deferenza, puntuale e gelida, ha già messo la Dannata nella giusta predisposizione d’animo.
    Callum ha una fitta barba castana, croce dei suoi schiavi, gli occhi sono chiari e così la carnagione, porta una camicia di cotone bianco con le maniche arrotolate al gomito, pantaloni di tessuto grigio, stretti da una cintura nera come le scarpe, i corti capelli scuri sono ben pettinati, alto e massiccio, ha un aspetto imponente, minaccioso, specie quando desidera apparire tale.
    «Qualcuno ha imparato il trucco delle Ombre.» esordisce, porta le mani dietro alla schiena: «Credeva di ricavare un grasso bottino, ma si è scontrato con l’Angelo della Morte, che l’ha spedito qua da noi, disarmato e disorientato.» sposta il viso su Hel, la faccenda la riguarda da vicino, il fatto che le Anime non siano state sottratte ha giovato persino a lei.
    «Noi abbiamo pensato di liberare questa povera Ombra esule e vedere sin dove ci porterà.» sorride sardonico.
    L’Ombra andrà dal suo padrone, nessuno può sperare di rubagli il piacere di staccare la testa al Demone.
    «Tu dove sarai?» si accosta alla prigioniera, abbassa la testa: «In mezzo alla Legione, nel cui sacro fuoco sarai redenta, oppure a cercare di fare fesso qualche Demone generoso in una Casa di Piacere? Sei giovane, saresti una novità, hai il tempo per irretire qualcuno, essere mantenuta con abiti eleganti, gioielli, potrebbe riscattarti e portarti in una dimora appartata. Aamon ha perso la sua fatina, il tradimento gli ha spezzato il cuore, lui sa essere magnanimo, se preso per il verso giusto, cara.» cerca nei suoi occhi, una qualche reazione.
    «La punizione è decisa, sappi che abbiamo ascoltato le richieste di misericordia di lady O’Sullivan, ella ha intercesso per te e così ha fatto anche Teti, immortale e saggia madre del nostro Harab, Achille. Sarai portata in piazza, denudata e marchiata sull’incavo della schiena, un sigillo che t’impedirà di aprire bocca, fuori da qui. È una delle pene più blande rimaste in vigore.» sorride di nuovo, giganteggiando su di lei.
    ◆ codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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    Hel china la testa con la sua silenziosa leggiadria, si scota per lasciare spazio al Satariel, non cambia posizione, né espressione. La Harab non si era aspettata che vi fossero degli interventi a favore di una singola Anima Dannata, una prigioniera del Satariel, ma erano importanti ambasciatrici; Callum Iain Payne II non aveva nulla da dimostra in aula, il suo potere era consolidato, la sua posizione agevolata dai buoni rapporti con le altre città, accogliere la richiesta di clemenza era stata una scelta saggia, dettata da una lungimiranza, non nuova nel Satariel.
    La Dannata sostiene lo sguardo del Satariel, si passa la lingua sulle labbra, cerca di trascinarsi in avanti e per un attimo, Hel pensa si decapiterà ma l’altro non è abbastanza coraggiosa, vuole soltanto fingere di esserlo.
    «Tu sei un mostro.» dice in un soffio: «Ogni volta, ti allontani dalle creature conosciute e queste sono cose punibili, ma senza misericordia dal Padre degli Angeli.»
    Hel trae un sospiro, annoiata: «Se non te ne fossi accorta, facciamo molte cose che scontentano il Padre dei Polli, ma non vedo disperazione nelle strade.» risponde con la sua voce gelida. «Mia cara, il tuo padrone ha lasciato che finissi nella nostra trappola, una pedina da sacrificare ma per ottenere qualcosa, crediamo sia il tempo e il modo per creare le Ombre. Tu hai fornito la conoscenza arcana ai Traditori?»
    La Dannata non risponde, guarda Callum con un lieve sorriso.
    «Berith è stato un sacerdote.» risponde alla fine, non meno annoiata della Demone.
    «Non c’è motivo di opporsi. Saranno distrutti i vostri nemici, il loro stesso Padre innescherà una guerra. Dovreste unirvi al nuovo e non restare sulla vostra zattera, che affonderà per insano orgoglio.» prende una pausa, socchiude le palpebre. «La guerra sarà disastrosa, Egli sorgerà nutrito di sangue e di morte, magnifico, potente, si ergerà sulle creature e la Luce cesserà. Vi sarà il Nulla, un attimo di attesa, lo spazio fra due respiri, infine, il Principio.» l’esaltazione è un’arma potente, pensa Hel, con uno sguardo a Callum. «Egli radunerà i fedeli, li porrà sugli scranni. Tesserà la tela della realtà, della visione, plasmerà nuove vite e voi rifiutate di sedere al suo fianco, di plasmare un Universo prostrato innanzi a voi, perché credete che un’Entità antica, bizzosa, stanca possa tornare?» conclude con disprezzo. «Preferisco il fuoco degli Angeli, hanno ragione a non voler cedere il passo, ma voi siete solamente sciocchi.»
    La coda di Hel schiocca sul pavimento, ma la Dannata non ha paura, sembra tranquilla, sembra soddisfatta, come chi ha fatto il proprio dovere.
     
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  4. Callum Iain Payne II
     
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    ◆ Satariel ◆ Lanista ◆ Anima Dannata ◆ Biriam ◆ Scheda
    Callum Iain Payne

    ◆ L In natura non esiste nulla di così perfido, selvaggio e crudele come l'uomo comune. ◆

    Callum Iain Payne II dovrebbe sentirsi offeso, la Dannata ha cercato d’ingannarlo, senza riuscirvi; gli sarebbe bastato alzare una mano per decretarne il destino, quando i suoi lamenti gli fossero venuti a noia, l’avrebbe lasciata ai suoi guerrieri, però ben due voci si erano alzate a chiedere clemenza, in modo garbato, con la giusta deferenza nei confronti del Satariel ma il messaggio era stato recepito, Callum non si sentiva offeso dalla Dannata o da chi aveva sfruttato la situazione per sondare il terreno. Il Satariel non era sciocco, non si lasciava trascinare in basso, non mostrava i suoi punti deboli, meno che mai ai Figli dell’Inganno.
    La soluzione era stata apprezzata dalla Madre della Disgrazia, che aveva inviato Sarah O’Sullivan a ringraziare il Satariel della generosità dimostrata, che mai sarebbe stata dimenticata. La donna era stata un’ospite squisita, sorridente, piacevole nella conversazione, sapeva ammaliare più di quanto avesse dato a vedere, ma Callum non era vulnerabile sotto quel punto di vista.
    «Sono parole crudeli.» replica sornione: «Non hai alcun riguardo per la mia sensibilità. Potrei sentirmi ferito da frasi sferzanti, aspre e prive di compassione. È una fortuna, che tu non abbia alcun effetto su di me.» incrocia le mani dietro alla schiena.
    «No, mento e non è giusto, devo essere sincero.» volta le spalle a Hel, per qualche istante. «Avevi un effetto energizzante, anche con le tue prodezze linguistiche, ma si tratta di ben altro. Vedi, non è un gioco alla tua portata. Non è un gioco che puoi sostenere. Non c’è stato scampo per te e mai ci sarà.» ritorna ad affiancare l’Harab.
    Hel non apprezza riferimenti personali, Callum ha sviato lo sguardo della Demone, non ha voglia di riflettere sulla ragione.
    Un rumore lieve alla porta, qualcuno intento a bussare con discrezione, uno schiavo, come aveva richiesto.
    Callum apre la porta, lo schiavo dai capelli bianchi porte la fiala con un inchino e prende congedo, non c’è alcuno scambio verbale.
    «Lady O’Sullivan si è recata dai Preti Rossi, stamane.» si rivolge all’Harab, ignora volutamente la Dannata: «L’Ombra ha qualcosa da rivelare, prima di essere usata.» fa ondeggiare il liquido giallastro nella sottile ampolla sigillata. «Questa è opera sua, ovviamente, i Preti Rossi hanno fornito gli ingredienti. Il suo dono, prima di ritornare a casa.» guarda la prigioniera e sorride, i suoi occhi diventano più scuri, meno umani di quanto siano già.
    «La tua punizione è stata decisa.» fa una pausa. «Sarai portata nella piazza di Biriam, marchiata con il sigillo del silenzio. In seguito, berrai la pozione in un modo o nell’altro, non ricorderai nulla. Non conoscerai il tuo nome, cosa hai fatto in vita, cosa è avvenuto in seguito, perché tu sia una Dannata. Non saprai e non potrai esprimerti. Non avrei ricordi, né potrai immaginare quella Fine che ti attrae, perché non saprai cosa sia, non saprai che cosa sei. La tua identità svanirà in una nube, non avrai nulla. Il mutismo sarà il tuo ultimo problema.» conclude pacifico. «Smetterai di essere fedele a Berith, non ricorderai i suoi deliri, né le sue teorie folli, quando lo schiacceremo al suolo, non soffrirai. È triste, a pensarci, mi piace vedere quante sgualdrine si faranno sue prefiche, ma tra loro, tu non ci sarai. Restai a Biriam, sino all’alba, poi sarai buttata oltre il nostro confine, cose ne sarà di te, non ci interessa e può darsi, non importerà neppure a te.» si volta in direzione di Hel. «Ti ringrazio, ora, penso tu debba fare una visita all’Ombra della tenera Azrael.» ordina con voce calma.
    Hel comprende, Callum non sa come ma non ha bisogno della telepatia, s’inchina ed esce dalla cella.
    Il Satariel rimane solo con la sua prigioniera. Lei non ha ancora abbastanza paura, così follemente attaccata alle fandonie di Berith, ma Callum ovvierà a quel dettaglio fastidio, che l’ha innervosito per giorno.
    Callum posa la fiala sulla mensola vicino alla porta, dove si possono riporre oggetti utili per far parlare il prigioniero o farlo tacere, a lui non servono.
    «Mi devi qualcosa, lo sai.» la sua risata è bassa, sembra arrivare dall’abisso e in qualche maniera è così. «Puoi usare parole crudeli, tante le usano.»
    La prigioniera comprende, si agita ma stretta dalle catene non fa che peggiorare la sua posizione, lui ride di nuovo, poi torna serio. Dovesse urlare, nessuno muoverà un dito, perché hanno già sentito grida, piante, richieste di pietà e Callum non doveva neppure pensare all’offesa, che lei gli ha arrecato, verso cui non prova nulla ma che può usare per dare una visione diversa al divertimento quotidiano.
    Il Satariel non è arrabbiato, però se fingerà di dover far pagare alla Dannata, la sua colpa potrà indulgere e magari, sarà come avere a che fare con una ragazza viva. Può tentare, un piccolo gioco, un esperimento, in quella cella ci sono solamente loro due ed il resto dell’Universo può anche svanire.

    ◆ codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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3 replies since 9/7/2017, 00:04   140 views
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