Esterno della Chiesa: Portare sollievo

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    Il Sesto Regno

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    James C. Allen
    Umabel - Serafino - Dottore - Scheda [x]

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    James Christoper Allen ha appreso la notizia mentre era al mercato al Secondo Livello della Città di Rennas; Cayden Watson s’è insinuato fra le sue gambe, un sinuoso gatto dalla voce maschile e la coda vaporosa sollevata nervosamente.
    «Una creatura del Tartaro è arrivata sino alla Chiesa dei Poveri. Incubo ha voluto iniziare la sua vendetta.» poche parole, semplici, senza il consueto sarcasmo ma prive di panico; il Serafino ha sentito la notizia vibrare un colpo secco al petto, come una frustata, nello scendere i gradini, la notizia si è diramata e le Guardie Cittadine hanno tenuto l’ordine a stento.
    James ha pregato per il tragitto, all’esterno della Chiesa dei Poveri, non lontano dal cimitero dei Caduti, ha scorto Marlene con le due figlie, in un piccolo, ordinato giardinetto: Celia in lacrime, la testa bionda appoggiata sulla spalla materna, i singhiozzi rapidi e l’aura paragonabile ad un terremoto, mentre Caliel nella sua Forma Angelica era impenetrabile, il viso bellissimo e severo, gli occhi viola rannuvolati di sdegno e tristezza, i boccoli candidi fluttuavano in aria, la larga veste non lasciava intuire se posasse o meno i piedi a terra, le ali erano spalancate, l’aura era un turbinio capace di stordire.
    «Holmes, abbi cura di Merv e di Dita.» ha detto, la voce era ferma, la sofferenza era quasi palpabile, ma non la manifestava, una carezza sulla testa di Sherlock: «Non deve vedere, come gli altri bambini. Io devo entrare. Non c’è più pericolo, amico mio, solamente la morte.» ha alzato il viso sul padre, consapevole e poi ha guardato Marlene. «La morte non è una nemica, chi l’infligge può esserlo.» non ha aggiunto una sillaba.
    Mr.Sherlock Holmes è rimasto all’esterno, la cesta di Mervin è posta accanto a quella di Meredith, su di una panchina di pietra, nell’arco di pochi minuti, il pianto di Charlotte ha incupito i sogni agitati dei bimbi, la piccola è in forma umana, le braccia strette attorno al collo della madre, non sembra calmarsi, tanto che Eirene delega a Hati la perlustrazione. Mous si china per baciare entrambe, non può calmare Charlie, non ci riesce, Eirene siede accanto ai bambini.
    «Scusa, zia.» dice a Lene. «Non riesco a farla ragionare. Deve sentire qualcosa. È troppo tesa, le verrà la febbre.» mugugna, però non osa disturbare Lilien per certe bazzecole.
    James conosce l’odore della morte, il suo viso osceno, deturpato, non ha teme le grida, le lacrime, l’orrore, ma non entra, non ancora, si accosta alla moglie, a Celia che pare ricomporsi, il suo viso è stravolto dal pianto, arrossato sugli occhi.
    «Orla è morta.» dice al padre ed è uno di quei casi, in cui Allen resta senza fiato o parole. «Lo zio Benedict è stato sfigurato, non sembrava avere le gambe e lo zio Albert era… Il viso era carne. Hanno combattuto. Hanno lottato. Quella Creatura era astuta. Era arrivata per darci sofferenza.» la sua voce si fa cupa, una rabbia sottile serpeggia.
    James annuisce, prende le novità e le metabolizza, non pensa, non immagina, dovrà vedere. Cerca la moglie, la saggezza di Azrael, l’ottimismo di Marlene. È un marito, perciò lascia la questione in mani sicure, quelle della sua consorte.
    «I'm a Doctor, which means I can break every bone in your body, while naming them.»
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    Edited by James Christoper Allen - 30/8/2017, 00:07
     
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    A differenza di tutti i presenti, la morte a lei non pesa. Impastata con essa, nata da essa, nell’esatto istante in cui Azrael ha detto che, la bambina nata da quella donna ennasiana le sarebbe piaciuta, la vive e la respira quasi ogni giorno. Per questa ragione si mantiene calma, un braccio attorno alle spalle di Celia, e la mano ad accarezzarle delicatamente la gota paffuta. Non la consola, non c’è nulla che potrebbe dire per calmarla, si limita a tenerla a sé, come sarebbe con la sua controparte ancora bambina.
    Alza gli occhi a percepire l’aura del marito avvicinarsi, per poi spostarli verso Noelle. È severa, gelida come un fiore di ghiaccio, è Caliel a parlare, e lei sospira. A quanto pare, anche con sua figlia, l’angelo tende a scansarla quando succede qualcosa di troppo grave. Accenna un sorriso alla sorella che parla, un espressione che di felice non ha nulla, e che serve solo a tenderle le guance tonde come quelle delle figlie con lei - Non mi sento presa in causa, sorella. Sta tranquilla.- E’ la morte, ma la Giusta Morte. In una situazione come questa è Hell che banchetta, non lei. Lei è quella che gira fra i corpi, che recide il filo della vita, e lascia volare le anime in alto come palloncini. Non è quella che si bea della distruzione, che l’annusa, che la divora e la fa sua passo dopo passo. - Si può sapere da dove è arrivato un demone del mondo antico?- chiede , l’unica mente lucida forse, nel mare di dolore -Le acque di Norean e quelle di Rennas sono collegate?- O forse è stato lanciato dall’alto, come un fragile pesciolino, che poi è diventato un mostro. Potrebbe essere anche questo. Non lo esclude. Lo sussurra fra sé e Azrael, mentre l’angelo le fa capire che non è un ipotesi tanto da buttar via.
    Si gira su Eirene, e guarda la bambina fra le sue braccia. Non sa il ruolo di Bubo nella quadratura cosmica dell’aldilà, ma visto che è certa che Eirene non le abbia fatto vedere la distruzione che regna all’interno della chiesa, è possibile che senta quello che sente lei? Il pianto dei morti, la loro rabbia. - Allontanati da qui, Eirene. Un paio di metri dovrebbe bastare.- le suggerisce Azrael, in un lampo di occhi celesti. Ascolta la conta dei morti e dei feriti, l’è già stata riferita. Si morde le labbra, gli occhi fissi al selciato. Non ha idea di che diavolo avrebbe potuto fare in una simile situazione, ma si sente lo stesso in torto verso chi ha combattuto ed è caduta con onore. Si alza, e dopo aver poggiato una mano sul braccio di James, lo fa allontanare di qualche passo. Gli accarezza il viso con la punta delle dita, e si avvicina per potergli parlare sottovoce - Sono morti tredici roelliani, otto nani, degli ennasiani, un intera guarnigione di guerrieri.- mormora -Oltre a quattro dei nostri.- aggiunge - Il rischio di un contrattacco fatto per rabbia è alto. I Nani non sono conosciuti per il loro carattere mite, lo stesso vale per tuo nonno e tua zia, che avranno già la bava alla bocca per la morte dei fratelli.- Se iniziano a sclerare anche loro è la fine. Si allontana di qualche passo dal marito, e il mantello nero di Azrael l’avvolge, ricadendole addosso come una coperta, coprendole il viso, e la figura sottile e gentile. Nella mano comprare la falce, che usa come bastone per camminare. Un passo, un tocco del bastone contro il selciato. Le ali, sono chiude, ritirate contro la schiena. - Andiamo.- [forma originale]
    »Marlene Archer »32 anni »Negoziante »Angelo » Sposata
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    Danica Helena Thorne, coniugata Archer è uscita dal Rifugio della Speranza, ha vomitato in angolo, mentre Charlie massaggia la sua schiena, la invitava a stare calma, perché non avrebbe aiutato Benedict, in quello stato.
    Il tragitto non l’ha calmata, ha i capelli rossi sciolti e un abito bianco senza maniche composto da una sottoveste di lino e una sopraveste in macramè, che sfiora il ginocchio con la gonna a palloncino, una sottile cinturino color pelle attorno alla vita; ha infilato un paio di sandali color tortora, come il suo vestito che ha diverse macchie rossastre sul corpetto, sulla gonna, ha la pelle macchiata, ma non si è curata di tutto ciò. Arriva come una bufera di neve, la sua ira è gelida, violenta, anche giustificata.
    «Cercano un altro capro espiatorio?» non saluta, si pone accanto alla figlia, alla nipote in lacrime: «Lo trovino, possono anche uscire dalle Porte del Sole, assaltare la capitale. Non sono stati i nostri figli a uccidere chiunque avesse un potere simile a quello di Incubo. Se non sanno capire cosa li protegge dalla disfatta, meritano di essere dati in pasto a Norean.» la sua voce è aggressiva, il ringhio aggressivo, gli occhi verdi sembrano capaci di ferire con la sola vista.
    «Questo è solo l’inizio. Non sono capaci di pensare che Ixo sente la terra più friabile, sotto ai suoi piedi e sinora, non abbiamo ancora dovuto rinunciare ai Guardiani, abbiamo guadagno due Muse, liberato Pandora e questo non lo buttano nel cesso.» si accosta ad Azrael, vedere l’Angelo della Morte è uno spettacolo abituale, non le provoca alcun tentennamento, fa un cenno a Caliel, poi a Celia, guarda i bimbi nelle loro ceste, il cane.
    «Eire, non puoi far molto. L’hai detto: è finita.» la voce si placa per accostarsi alla figlia, alla nipotina. «Tieni Charlie nella sua casa, nella sua stanza, se puoi portare anche Mervin e Meredith, sarebbe una buona cosa, in un posto più tranquillo, cederà almeno alla stanchezza.» propone, guarda Sherlock Holmes, si passa le mani sul viso. «Uscire, Etienne ha detto che era la sola soluzione per via dell’acido.» non è una risoluzione che approva, nessun Ennasiano lo fa, ma nel caso specifico, l’analizza nel pieno del lutto.
    «Eirene, non passare dal Rifugio, comunque, papà arriverà a casa e ti darà una mano. È con la Madre di Roel ed il padre.» aggiunge, un sospiro.
    «Entro.» non è una domanda, quella è un’affermazione, se qualcuno riesce a bloccarla, a mandarla con Eirene fra le mura domestiche, può tentare l’impresa eroica o la lotta violenta.

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    Edited by James Christoper Allen - 30/8/2017, 00:20
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    James resta in veste umana, guarda Noelle e si accorge dello scudo sollevato da Caliel, vuole proteggerla, darle la possibilità di non annegare in emozioni tanto violente, Umabel sa essere permissivo, hanno un approccio diverso e forse deve esser così, ognuno ha la propria personalità.
    «Ho sentito qualcosa in merito, l’essere è apparso e scomparso attraverso la schiuma, perciò può essere arrivato in una dimensione ridotta, probabilmente con un processo di transizione e dal mare nascosto abbia raggiunto la grotta.» ipotizza, la voce è bassa e l’aura è un girandola di emozioni negative, non è rassegnato. «Incubo ha trovato un modo per evocare anche esseri simili. Non mi stupisce.» soggiunge pensieroso. «Ero certo che riuscisse a dominare i dementi, invece, ha potere anche su altri, più razionali.»
    Accarezza la schiena di Charlotte, non l’invidia, prova a infonderle un po’ di calma, di serenità ma è una bambina, tante cose sfuggono alla sua comprensione, l’assaltano e la lasciano stordita, addolorata, spaventata.
    Danica raggiunge il gruppo, James vuole convincerla ma gli basta guardarla per capire, non sente ragioni, travolta dai sentimenti, non commenta ma l’accoglie, perché non può fare altro.
    «Non precipitiamo gli eventi.» si volta anche su Azrael, annuisce e benché abbia una giacca verde bottiglia, sopra ad una camicia bianca, entra con il capo chino, un segno di rispetto, di reale partecipazione al dolore collettivo.
    La Chiesa dei Poveri non ha subito gravi danni, si sono spezzate delle sedie, un paio di tavoli, proprio nella Biblioteca, il pavimento è stato lavato, i corpi sollevati e trasportati nella Sala adibita alla raccolta dei Caduti, mentre l’acqua è scossa da piccole onde.
    Non sembra il teatro di un massacro, non più e Caliel si è accertata che nulla rammentasse quella disfatta, inevitabile ma terribile.
    «Killian ha cercato di curare Orla, ha preservato il materiale organico.» racconta, mentre Celia abbassa lo sguardo: «L’acido ha corroso le sue dita ma Orla non è distrutta. Proverò a riportarla fra noi, se sarà possibile, altrimenti, non è l’Inferno che l’attende.» mormora, mentre è attirata dall’acqua, come se pensasse allaCreatura.
    «Lo stesso vale per i nostri fratelli, cercheremo di ridare alla vita chi ha un compito, ma non sono sicura sia possibile per tutti. In quel caso, saranno onorati com’è giusto che sia.» deglutisce. Racconta che Connor Doyle ha protetto i guerrieri, sino a quando non ha perduto conoscenza, ha visto tanti uomini e donne morire fra tormenti indescrivibili, malgrado, provasse farli uscire, oppure a schermarli, alla fine è stato tolto di mezzo e gli Uomini decimati.
    «Guadagnavano terreno, perciò, la Creatura è fuggita, non prima di infliggere il dolore. È arrivata per questo, perché Yuuri è sveglia e Livia può essere tormentata, perché Pandora è libera e sa che non ci potrà mai piegare.» si rivolge a Celia, sorride con amarezza: «Gilroy IV sarà stato avvisato, così la Custode, sua figlia. Spero facciano ragionare il Piccolo Popolo, so che Cayden ha portato Cailin con sé, perché ha veduto con i suoi occhi e può parlare. Lo zio Benedict e lo zio Albert sono in condizioni critiche, ma Pandora ha assicurato la guarigione entro la sera. Come si sia svolta la battaglia, non saprei e descrivere la Creatura è arduo, ognuno ha visto cose diverse. Era spuma bianca, acido e sangue nero.» guarda Umabel e poi Azrael.
    Celia annuisce, sa che può curare Killian, ma forse è un compito che spetta alla madre, la guarda con gli occhi lucidi.
    «Consacrate le mura, il tetto, le pareti, l’acqua.» dice James. Fa qualche passo, nota dei sassi, usati per le fionde, allineati vicino ad uno muro. «Tutto deve avere l’aura del Cielo.» non c’è molto da aggiungere.
    Caliel indica una porta sbarrata, dove ha sistemato i corpi, coperti da teli bianchi benedetti, non vi sono pellegrini, come ha disposto la Serafino e nessun fiore o candela, perché tutte si sono consumate nell’acido.
    James mormora una preghiera in Enochiano, una supplica ad accettare le anime dei Beati, di dare il soffio vitale a chi lo merita, poi alza il capo. La selezione sarà straziante per loro.
    «Killian è rimasto qui.» lo intuisce, nessun Angelo con ferite meno che gravi, ha lasciato la Sede.


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    Marlene non c’era quando la popolazione si è sollevata contro i suoi figli e hanno cercato di venderli a Norean. Gli è stato riferito che non era la prima volta, e che sicuramente non sarà l’ultima. Non è la prima volta che accade che chi è un incrocio fra umano e divino viene considerato veicolo di disgrazie, è successo con i Nephilim, e sangue innocente è stato sparso anche dalla Legione e ora sta accadendo di nuovo. Lo dice sotto voce, quasi fosse un segreto di cui si vergogna ancora. - Quando la situazione va male, viene quasi naturale cercare la colpa lontano da noi.- Il mantello di Azrael la copre, le ali sulla schiena frollano prima di chiudersi, Marlene le guarda da sopra una spalla, prima di masticare un imprecazione. Era proprio necessario? Chiede sottovoce al suo angelo che risponde di sì senza indugio. Ci sono anime da portare in cielo e non può farlo nessun’altro che lei. Sospira mentre superare l’ingresso della chiesa e si ferma per guardarsi attorno.
    -Questo significa che, non solo il tempo, ma anche lo spazio sta andando a puttane.- e non è Marlene come si potrebbe pensare a parlare, ma Azrael. L’angelo sempre più frequentemente esce fuori con modi di parlare molto simili a quelli del suo ospite, tanto che a volte, solo chi conosce bene la voce di entrambe, riesce a distinguere la differenza. Alza il viso su James, e si volta a guardarlo da sopra una spalla. Da sotto la falda del cappuccio, è visibile una mezza luna di guancia candida, e un ciuffo di capelli neri, l’aspetto mite e gentile che Azrael mostra a chi è morto in pace e gloria di Cristo e agli alleati. - No, infatti.- risponde alla figlia, voltandosi verso il punto esatto dove la giovane donna ha pagato il suo coraggio con la vita. Un attimo prima della fine, la sua anima è stata afferrata e sollevata dal suo corpo. È stato Gabriele in persona a farlo. A innalzarla dalle sue carni nate dalla corruzione e offrendole scampo fra le sue braccia. Non ha sentito nulla, stretta al suo petto. Non ha sofferto la fine del suo corpo. Accenna un sorriso mentre parla - Questo vuol dire che può resuscitare, Gabriele, come sappiamo, non si muove dal paradiso se non per uno scopo preciso. Ha salvato Cayden Watson per una ragione, ora lo ha fatto con Orla.-
    Si avvicina ai cadaveri e la si vedrà alzare il viso per seguirne l’ascensione delle anime. Alcune urlando , altre ringraziando per poter lasciare finalmente questa valle di lacrime. Azrael socchiude gli occhi chiari mentre le guarda, accenna verso di loro un gesto di commiato, mentre le guarda involarsi. -Andiamo da nostro figlio.- acconsente verso il marito, aggirando i corpi, per poi muoversi con gli altri.
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    »Danica Thorne »29 anni» Ennasiana »Chieftains
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    Danica passa la mano sinistra fra i capelli, gli odori lasciati dal passaggio della Creatura sono ancora percepibili, ha bisogno di aria e guarda alle sue spalle, intravede Eirene aiutare due aquile alzare le ceste con i neonati, mentre Charlie non pare aver ritrovato la serenità, Sherlock si lascia accarezzare dalla bambina, ma questa piange senza posa, come se percepisse la recente dipartita del cane, per quanto breve. Sospira, non sa cosa dirle e forse, gli unici consigli utili sono arrivati da Azrael.
    «Non abbiamo il tempo di subire una persecuzione.» si mette nel numero, perché il marito, i figli, i nipoti, i famigliari sono dentro l’occhio del ciclone, lei non si fa da parte.
    «Può darsi che Incubo voglia prendersi la gemella. Far risvegliare Livia nella Città di Norean, dopo l’aver devastato l’intera Città di Rennas, sarebbe crudele ma naturale. Vuole che soffra, adesso sa che ha il respiro, perciò vuole che sia sua, il suo piano potrebbe anche mirare alla teca della Regina, insieme allo sterminio degli eredi, partendo dalle radici, ovvero, Sillia, Aimee, Tim, sua moglie e le loro figlie. L’ha già fatto, adesso gli basta non affrontare Yuuri, accanirsi su Aimee e non so come ne uscirebbe Sillia.» la sua voce è un mormorio cupo, non vede corpi smembrati, li sente e pensa a Benedict: «Le ossa erano cera molle, Charles ha provato sollevare il polso destro e la mano si è staccata. Benny ha tremato per il dolore, poi ha scosso la testa, non si è ripreso. Charles sperava di allineare il braccio, ma le ossa erano fragili, non lo sapeva. Non lo sapevo.» scrolla la testa, la visione è stata terribile, il povero dottore si è pure sentito in colpa per aver mutilato l’Ennasiano, mentre Minako in lacrime aggiungeva che non aveva fatto nulla di male.
    Gli Elpìs sono creature rassicuranti, pensa Danica, ne hanno bisogno di una in casa o forse, due.
    «Etienne ed Eirene non c’erano. Erano con Celia.» indica la nipote: «Si temeva un attacco di Spiriti, esterno ma non è avvenuto.» dice in un soffio, perché anche la sfortuna deve avere un limite, alla fine.
    «Quel che conta, comunque, è che non l’abbia presa un Demone. È nata come Termite Infernale, abbiamo temuto finisse in mano a dei mostri, una ragazza così coraggiosa e bella, sarebbe diventata una merce di valore. Non per la discendenza.» fa una pausa, preferisce non pensare all’ipotesi. «Meglio. Etienne l’ha veduta. Quel mostro l’ha presa per prima, la più giovane, la più combattiva. Sapeva che ferendola avrebbe spaventato tutti, mentre Albert sarebbe andato in avanti, come una furia. Lo so, Brianna ha ucciso Phobos ma era la Fiamma della Virtù e pure armata.» alza la mano per evitare obiezioni.
    Danica non guarda, non ci riesce, lo strazio dei feriti ha la speranza della guarigione, resta immobile, gli Ennasiani sono in forma umana, prega sottovoce per tutti, per se stessa, poi si circonda il busto con le braccia, addolorata, mesta.
    «I due Maridi vanno consegnati all’acqua, almeno, quello più o meno intero, l’altro è dissolto ma ha lasciato un tridente, se riuscissero a trovarlo per donarlo ai suoi cari. Me l’ha detto Eudore, la dama di Eunice, la principessa è molto angosciata e non ha lasciato il Mare Nascosto.» riferisce Danica, ha spedito la sorellastra, il bello del poter dare ordini, mandare altri a cercare la gente in mezzo alla baraonda al posto tuo.

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    James non sente alcun afrore, c’è silenzio e un’ombra inusuale, qualcosa è avvenuto e il luogo sacro ne è stato contaminato.
    «Può darsi, non sappiamo che Creatura fosse, né quali poteri avesse, oltre al suo acido.» accenna alla volta di Azrael e della cognata. «Penso che Ixo sia furibondo, ha perso Pandora, ha perduto Yuuri e ha scoperto, ne sono certo, che Belle non era più col padre ma con la madre. È un potenziale tradimento, però Aamon è furbo, avrà cercato di sviare l’attenzione su altro, lasciando passare la faccenda come un favore a una sua amante.» muove appena la mano destra nell’aria. «Ammansire Incubo passava per la Chiesa dei Poveri, dove giace Livia, dove c’era Yuuri. Dove ci sono troppe persone, ogni giorno, fra cui i Guardiani e gli Angeli. Non si poteva scatenare un Demone qualsiasi, né una vera orda, non in questo momento ma la cultura di Aamon ricorderà i mostri dei tempi remoti, avrà trovato uno adatto a spargere morte e dolore, in attesa della resa dei conti. Ha fatto qualcosa per mostrare la sua lealtà e la sua utilità, nessuno lo scanserebbe, perché pochi sanno cosa dimorava nel Tartaro, cosa vi abita ancora.» la sua voce si affievolisce, lascia Azrael al suo lavoro.
    «Benedict si salverà, come gli altri. So che stai soffrendo, ma i caduti stanno lasciando questo mondo, alcuni vi torneranno, ma conosceranno la vera pace e la vera gioia. La vita è un lungo percorso, non abbraccia sono la carne e il sangue e non contempla solo la sconfitta e la sofferenza.» solleva la sua aura, come se volesse raggiungere vivi e morti, ma conosce la disperazione portata da certi eventi, non può combatterla, può sostenere chi la sente sull’anima.
    «Vieni con noi, non restare da sola.» consiglia a Danica.
    Celia e Caliel sono silenziose, la prima si allontana per far sbocciare nuovi fiori attorno alla teca di Livia, al muro degli eroi, sono gigli bianchi, rose e camelie, garofani e altri ancora, non hanno radici, ma sono vivi, la Chiesa assume un aspetto più delicato, mentre la Guardiana della Terra lascia che dei fiori di loto galleggino sull’acqua.
    Caliel si accerta che non sia stato prelevato niente, una formalità, la tiene occupata, vola sino alla Biblioteca, guarda il punto in cui è morta Orla con una smorfia di pura tristezza.
    «Andiamo.» conferma, resta a volteggiare, conduce i presenti ad una scalinata, quasi celata dalle librerie, sono una ventina di gradini di legno con il corrimano in ferro battuto, la porta in legno è chiuso, ma oltre quella non ci sono dei morti ma un solo Angelo e vivo.
    Killian è tornato in forma umana, non ha le ali, ma la camicia bianca sbottonata sul colletto macchiata di sangue, ha pantaloni estivi color fumo, scarpe nere e lucide, somiglia a Mervin Ezra Cooper, persino nei movimenti fluidi, eleganti, nei capelli corti e spettinati, nello sguardo malinconico. Ha i polsi avvolti in strati di bende, troppo debole, sconvolto per guarire, ha bevuto una pozione rilassante, per non far esplodere l’aura ogni tre minuti. Killian, placidamente sdraiato su un divano rivestito di stoffa azzurra.
    «Non dovevi far salire Ciel, Ellie!» è il saluto alla sorella maggiore, vibra di nervosismo, come la sua aura, una sensazione che sembra pizzicare i nervi.
    «Hai portato la mamma e il papà?» è la seconda onda.
    Killian leva a sedere e guarda anche Celia.
    «Stare zitte non vi serve.» sbotta il maschio della cucciolata.
    «Sto tremando, guarda.» è la risposta di Celia: «Non hai più le mani, puttana Lilith, che cosa credevi avremmo fatto? Preparato la cena?» alza la voce verso Killian.
    «Non hai trovato altri Angeli? Degli Elpìs? La mamma e il papà devono vedere questa scena, ma ti pare giusto?»
    In tutto ciò, Marlene e James sono trattati da vecchi intronati, incapaci di decidere, spostati a piacere dai figli.
    «E no, pure la zia Dani… Siete delle oche, cosa mi aspetta? Lo Spirito di nonno Etienne e di nonno Ezra, la trisavola Polly? Chi manca alla riunione di famiglia?» posa i piedi a terra, il viso è sciupato, si vede che ha pianto, che ha lottato con troppa energia. «Portateli a casa. Voi e le vostre idee.» sbotta.
    Caliel varca la soglia dell’ambiente, una finestra dà sulla piazza, c’è una scrivania, il divano, una poltrona, il box per Mervin, le ciotole per Sherlock.
    «Killian, non hai le mani, ma la lingua inizia a essere superflua.» ribatte, guarda l’ultima porticina, che dà sul bagno privato e bianco.
    «No, portali via. Che spettacolo osceno, ma ci pensi a loro?» borbotta.
    James ha l’aura più dura, si schiarisce la voce, un paio di volte ma i tre battibeccano fra loro, come se non fossero.
    «Ora, state tutti zitti!» tuona l’uomo: «Killian, adesso, chiedi scusa a tua madre e a tua zia per averle ignorate, poi ti lascerai curare o al Rifugio della Speranza, io ti ci invio con un lancio.» si rivolge a Caliel: «Elsa, sciogliamo i ghiacci, siamo in famiglia. E credevo avessi avvisato tuo fratello, sulla nostra presenza. Celia non istigare i tuoi fratelli, poi ribattono è hanno ragione.» sospira, si passa una mano sulla fronte.
    I tre mormorano, come fanno i figli un po’ sfogliati e la quiete torna, fra le imprecazioni sottovoce di Killian.

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    - Non penso che i piani di Ixo siano mai cambiati. Ha invaso Erellont una volta, per mettere le mani sulla sorella, lo sta rifacendo, solo che questa volta, non c’è nessuna porta aperta per lui e le cose si stanno rivelando difficili.- risponde alla cognata, voltandosi verso di lei. Anche a a lei mostra il volto benigno della morte, quella di una giovane ragazza a malapena ventenne a volerle dare un età. -Brianna ha ucciso Phobos in preda all’adrenalina e alla disperazione. Il suo regno stava cadendo a pezzi, aveva detto addio ai figli e suo marito era appena morto. È riuscita a superare la naturale avversione che gli Elpis provano per la violenza e scatenarsi per questo motivo. Probabilmente Albert non ha avuto il tempo materiale di compiere questo salto mentale ed è stato atterrato prima. - è una supposizione la sua, non c’era lì.
    - Il Conoscitore non può essere messo da parte tanto facilmente. Ora che Jiroshi non è più alla corte di Caos, è lui la fonte del sapere maligno, e per quanto Ixo può essere adirato, non è uno sciocco e mai lo sarà- si umetta le labbra mentre passa oltre i cadaveri, camminando senza far rumore - E’ stata una prova di feldeltà, e dovremmo aspettarcene un’altra temo. Sanae ha messo in pericolo la vita del figlio di Serpesia, sappiamo tutti quanto i Figli di Ixo siano gelosi di tutto ciò che è loro. Preso potremmo ritrovarci di nuovo addosso demoni cannibali o addirittura il Caduto in persona.- Che si è già fatto partorire una volta per il sommo gaudio di tutti.
    Una volta di fronte al figlio rimane in silenzio. Sembra abituata a simili attacchi di collera, e dopo un momento di silenzio, si volta verso la cognata -Non sembra Mervin?- le chiede. Non nell’aspetto, la somiglianza è praticamente oggettiva , di Marlene, Killian ha solo le fossette sulle guance quando sorride, ma nel carattere. Anche il defunto Serafino, nei momenti di stress, passava da zero a cento nel giro di mezzo secondo. Lascia a James il lavoro di padre rimanendo in silenzio, il capo leggermente inclinato verso una spalla, e alla fine sbuffa.
    - Kili essere maschio ti permette di ragionare con il pene solo in presenza di tua moglie e solo tu voglia portartela a letto, per il resto, non è una scusante.- borbotta avvicinandosi al figlio, facendo sparire la falce nella sua mano e abbassando il cappuccio sulla schiena. Gli appoggia una mano sulla fronte e lo spinge a sedere con forza, per poi inginocchiarsi ai suoi piedi e prendere fra le mani i monconi corrosi dall’acido.
    -Vuoi farti vedere in queste condizioni da Ciel? - gli chiede - Le tue sorelle hanno fatto bene a chiamarci, ti ho curato la diarrea, mi sono beccata i tuoi rigurgiti a spruzzo, e il tuo periodo da scorreggiatore folle. Posso fare anche questo.-

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    Danica segue con una sorta di titubanza, ma non desidera rimanere sola ed è uscita dal Rifugio per non essere un ostacolo. Ascolta la cognata, annuisce, sapere non è una consolazione, si aspetta altra violenza e non la rallegra.
    «Temo sia stato spinto dall’istinto, non è stato un vero attacco suicida, dicevano e hanno lottato tutti quanti, ma non dovevano vincere.»la sua voce è inasprita dalla rabbia, perché trova la slealtà rivoltante. «Aamon, il Conoscitore non è un avversario da poco, specie se ha deciso di mostrare la sua fedeltà a Ixo.» commenta con scarso entusiasmo, sale le scale mentre vaglia quelle parole, dovrà ragionarvi sopra, quando starà meglio. «Mi chiedo cosa possa escogitare.» mormora, perché non le spiace vincere facile, in certi casi.
    La Ennasiana lascia alle sue spalle la Chiesa, gli odori si disperdono, lo sguardo si concentra altrove, sul piccolo studio della Serafino, fa un cenno a Celia che si era voltata per assicurarsi stesse bene, ma lei non è tanto delicata, non lo è mai stata e anche la rabbia si è quietata, lasciando spazio ad altre sensazioni.
    «Sì, sembra Mervin.» bisbiglia con una sorta di risata soffocata.
    Danica ascolta i nipoti, le voci adulte di tre bambini, un effetto straniante, le strappa un sorriso. Fa qualche passo all’interno, non può guarire con il tocco, quindi si limita a dare supporto morale.
    «Quando arrivò la Madre della Sventura, si disse che Serpesia sarebbe stata furibonda per aver messo in pericolo suo figlio.» dice in tono più calmo: «Emil ha anche il sangue della madre, un boccone prelibato, come gli eredi delle Muse o Samuel, il figlio di Winny. Attirano Spiriti e Demoni cannibali, sappiamo per quale motivo. Ho pensato che i figli di Winny erano con Ixo, nell’assalto, può darsi che Incubo non ami vedersi mangiati i generali, però… Non lo so, cosa sappiamo realmente del potere di queste creature? Esiste o è solo leggenda?» domanda agli Angeli.
    «Killian, stai calmo.» s’intromette con voce pacifica. «Le tue sorelle vogliono tu stia bene, Lene è una Cherubino, Ciel è tua moglie e al Rifugio della Speranza ha il suo daffare. Hanno solo voluto che qualcuno di amorevole si prendesse cura di te.» prende fiato, guarda il soffitto. «Chiederò a Lilien, se può preparare i tonici presenti sulle pergamene, quando avrà finito di aiutare i feriti.» valuta, un rinforzo sarà prezioso, in futuro.
    «Io penso che Ixo voglia chiudere. Voglia schiacciare Rennas, perché intuisce che sta sorgendo e sa che non potrà più annientarla.» termina. Si appoggia con i fianchi alla scrivania. «Il Re dei Venti, comunicava a scoregge: tre scoregge, il pasto era buono, cinque scoregge stava per arrivare la diarrea, una scoreggia si è sveglio, due scoregge vuole giocare.» ricorda divertita. «Poi bisogna capire quanto duravano, il volume, alcune erano trattati filosofici nel sonno. Avevano l’odore di uova marce o brodo di cappone, a seconda della stagione. Credevo avrebbe imparato a volare così. Le hai fatte in faccia a tua madre, a me, pure a Noelle, ti giravo e proot.»
    Ha distrutto suo nipote, Killian Ezra Allen, Tramite Umano di Cassiel.


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    James si lava le mani nel piccolo bagno, un gesto involontario, ha il viso teso e l’aura non smentisce l’angoscia, sospira mentre esce e chiude la porta.
    «Siamo tutti in pericolo, Norean non farà prigionieri, se lo fossimo non saremmo fortunati.» cerca di distrarre i presenti con piacevoli chiacchiere. «Le epurazioni sono iniziate, parecchie spie di Rennas stanno rischiando la vita.» guarda gli arti di Killian e rimane muto, non sa cosa dire ma c’è Marlene a riempire il vuoto.
    «Eravamo in formazione, c’erano feriti ma nessuno ha agito da folle. Non avevamo pensato che potesse riversare una tale quantità di acido, parliamo di litri. È stato terribile, io curavo Orla, si stava riprendendo e poi Keith, mio fratello, lui era lì ad aiutarmi. Erano vivi, in un attimo, ho sentito solo il vuoto, le mani che affondavano.» deglutisce, non prosegue, si voltato, ha visto i morti, il cognato trascinare via una ragazzina agonizzante e crollare al suolo, poi i suoi zii accasciarsi con i corpi deturpati, le urla alzarsi ed il silenzio propagarsi, una scena orribile e crudele.
    Noelle gli accarezza la spalla, ha gli occhi tristi, sono immensamente addolorati, ma aprire la bocca significherebbe piangere, stringe i denti, ancora un po’ per il bene dei fratelli. Celia china la testa, sembra pregare in silenzio.
    «Non saprei, le credo mere superstizioni.» taglia corto la minore delle Allen, ma può anche sbagliare.
    James piega le ginocchia, cerca il viso del figlio: «Non sottovalutare la misericordia del Padre e non dubitare della sua Giustizia.» gli ricorda bonario. Può occuparsi della mano sinistra, Marlene della destra, non ha ferite, soltanto si è squagliato le mani.
    Toccare la parte fa male, anche parecchio, ma non c’è guarigione, senza contatto fisico, lui è un medico, non si pone la questione, leva le bende, con tanto di sangue rappreso, chiude il polso nelle sue mani, se Killian soffre è una sofferenza condivisa, ma necessaria.
    «Per un po’, ha scoreggiato come un reattore nucleare fallato, andava in bagno e sentiva che smarmittava, come un raduno di biker.» acconsente James.
    Killian scuote la testa, non può insultare la zia e i suoi genitori, ma l’ha scritto in fronte, cosa pensa, poi i modi del padre sono aggraziati, che quasi gli sale una parola grave. «Basta, con questa storia!» esclama a disagio, abbassa gli occhi: «Era colpa dell’alimentazione, perciò vostra.» ribatte.
    Vale come specchio riflesso.


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    -Intendi i figli di Winny?- chiede alla cognata guardandola da sopra una spalla - Secondo la mitologia, Phobos e Deimos sono figli di Ares, il dio della Guerra. Se questo fosse vero, sarebbero come noi, Sangue di Musa, con una traccia di sangue divino nelle vene.- Ma se nei sangue di musa questo si gioca con un abilità nelle arti, non si può sapere cosa potrebbe fare un figlio della Guerra - Se parli di Serpesia, credo che John possa dirti molto meglio di me quello che è capace di fare. A quanto pare, c’è lei dietro la nostra fine nell’Arena dei dannati. Non sappiamo nulla di lei prima che fondasse il culto, era un demone? Una sacerdotessa? Bisognerebbe chiedere a Jiroshi, lui magari era lì quando Serpesia ha iniziato la sua scalata verso il potere.- Si umetta le labbra mentre poggia la mano sul moncone corroso dall’acido del figlio, lasciando l’altro a James. - Si morde le labbra pensosa mentre raduna le energie per attivare il potere di cura <b> - Se analizziamo le azioni dirette di Ixo ai danni di Rennas, sono state tutte portate ai possibili eredi al trono di Livia. Prima è morto Tim con la sua famiglia e le figlie, e poi Sillia con Yuuri. Credo che quello che tema più di tutto e che sul trono di questa città si sieda qualcuno con il potere magico adatto per farla risorgere. Si parlava di primavera dei sogni, e si è sempre pensato che fosse legata alla neve che avvolgeva Roel, e al ritorno di John, ma se fosse questa la primavera dei sogni che tutti aspettavamo? Un nuovo sovrano per Erellont? Abbiamo visto che sa fare Yuuri, far nascere i sogni, colorarli e dargli vita, se fosse questo anche il potere di Sillia?-
    Ridacchia al ricordo del suo splendido bambino - Hai scorreggiato in faccia a tutti, a me, a tua zia, a tuo zio, chiamavi Noelle, si girava, e le scorreggiavi in faccia.- Noelle conferma gravemente annuendo mentre Celia si sta sbragando dal ridere - Una volta ti sei letteralmente seduto sulla faccia del tuo povero papà e gli hai scorreggiato addosso. Ho seriamente temuto che passasse dal sonno alla morte.-

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    Danica ride, sono pochi secondi ma sente l’animo alleggerirsi, mentre s’accosta Noelle per sistemarle i boccoli candidi, quasi fosse una bimba, lei non si ribella o non osa con la zia, che consiglia di sedersi, di prendere fiato, sino a quando hanno tempo e modo di farlo. Celia pare più propensa a farlo, come se la Terra riuscisse a infonderle serenità, oltre che maggiore stabilità.
    La donna raccoglie le bende, si fa indicare in che punto si debbano sistemare, Noelle indica il bagno, ove si potranno lavare ed utilizzare ancora, in caso nefasto.
    «La Madre della Disgrazia conosco l’appellativo, so che è una personalità in vista, influente, non è sciocca. Serpesia è dietro al commercio delle Anime.» fa presente, quanto ritorna dal cesto della biancheria sporca. «Non ho prove, sono qualche voce, potrebbe essere falsa ma starebbe a Marsia confermarla o meno. Lui si occupa della progenie delle Muse, se abbia interessi con gli altri, non saprei dire.» arcua le sopracciglia, ricorda quando andò nella foresta di Biriam. «Le persone che salvammo erano Vincitori dell’Arena, non necessariamente artisti, l’arrivo di Winny aveva smosso Phobos, altrimenti, lui non si sarebbe scomodato. Ci dissero che esisteva questo commercio, negli anni, pare sia prosperato.» guarda i nipoti, scuote il capo, il resto è quanto sapranno dai racconti, la fuga, la latitanza, ma nessuno è arrivato a destinazione.
    «Io penso che Incubo abbia posto il veto su di loro, nel caso siano figli di una divinità. Marsia può prendersi qualsiasi anima, ma non i figli di Phobos, che lo servono. Sfidarlo non è saggio.» ipotizza, annuisce sulle origini di Serpesia: «Dobbiamo chiedere a Jiroshi, cosa sa di lei e della sua natura, prima che divenisse la Madre della Disgrazia. Emil può non discendere da una Demone, non nata tale.» si stringe nelle spalle. Emil non discende da una santa, poco ma sicuro, ma bisogna essere ottimisti.
    «Il Regno di Erellont ha bisogno di un comando, come ne ha bisogno Biriam.» fa un cenno vago con la testa. «Qualcuno che abbia la capacità di gestire questo mondo, questa dimensione. Biriam si regge sull’esistenza di Caos, di suo figlio, in qualche modo, lo tengo in piedi e noi abbiamo Livia. Il punto è che sappiamo cosa fosse Erellont, prima della Guerra dei Traditori, il potere di Livia ha fondato Erellont. Sì, Ixo teme che Sillia, Tim, qualcuno con il sangue di Livia prenda le redini della Terra dei Sogni, sia Yuuri o suo padre, sia Tim o le sue figlie. Lui non vuole eredi sul trono, infatti, ha attaccato Sillia, non il Giullare. Ha sterminato i Thorton, perché farà i conti con Ennas, quando avrà messo in ginocchio la Città. Sa come agire, è anche un essere adatto alla battaglia, non si lascia trasportare dalla follia del momento, come la Creatura è stata come una frase di terrore sussurrata. Sta arrivando, non è solo, non ha un esercito da poco.» parla in maniera neutrale, le costa fatica, però deve essere lucida nel vedere la situazione.
    «Noi siamo bersagli. Se verremo uccisi, alcuni non nasceranno, comunque, l’ordine su cui è posato questo presente crollerà. Pensa ad Aimee, ai Mott, ad altri come la madre di Declan, uno degli Ennasiani. Yuuri disse che tutti sarebbero nati, ma suo zio non è uno sprovveduto. Farà un tentativo.» posa lo sguardo su Killian, gli sorride.
    «Le Termiti sono state allevate dai Thorton, se li uccide, chi si prenderà cura di loro? Bambine che devono essere aiutate ad accettare se stesse, voi stessi, le avete sterminate.» non lo dice con crudeltà, si riferisce al fatto che fossero esseri sconosciuti.
    Caliel volge gli occhi, si rammarica della morte di Orla, quando ha falciato centinaia di Termiti infanti, china il capo: «Lo zio Albert ci ha insegnato che la grandezza del Padre non ha barriere. Non abbiamo alzato la spada sulle piccole, le abbiamo cercate per dar loro, una vita giusta. Dovevamo imparare la nostra lezione, zia Danica e nessuno di noi è stato fiero di averla ignorata, ma grato di averla appresa.» afferma in tono sicuro.
    Killian sospira, Cassiel non è un violento ma non fa l’uncinetto, specie al momento: «Un bambino turbolento.» ridacchia. «Adesso, comunque, non capisco dove o come possa attaccare.» non ha voglia di immaginare il bagno di sangue.
    Celia fa una smorfia: «Inizierei con il tenere dentro i contadini, non si tratta di aspettare anni.» sussurra, non c’è entusiasmo.
    «Killian, dovevi…» si zittisce, lei avrebbe fatto la stessa cosa, non può rimproverare l’Angelo.



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    James Christoper Allen inizia ad impiegare la propria energia angelica, una sorta di fiume in piena che scorre nel suo corpo, per ricostruire un intero arto, comincia a riparare le vene, i muscoli, le ossa, l’epidermide.
    «Jiroshi ha sicuramente conosciuto Serpesia, possiamo chiedere da quale gradino sia partita, non esistono solamente i Demoni o i Dannati, forse c’è qualche sorpresa, circa la Madre della Disgrazia, anche Sanae nasconde dei segreti, ad esempio. Non è una creatura amabile, però ha qualcosa in cambio, altrimenti, starebbe altrove.» parla senza voltarsi a Danica, come agli Angeli.
    «Incubo non sopporta la lontananza della gemella, non ha mai superato la sua decisione.» aggiunge, in tono più calmo, mentre un lucore dorato s’irradia dalla pelle stessa dei palmi: «Non vuole che Livia abbia qualcosa o qualcuno. Deve esserci lui, il suo odio è concentrato sulle sue creazioni, sulla sua linea di sangue e poco importa, che siano figli suoi. Sillia ha gli occhi blu, Aimee accennò ad una sera, in cui le mostrò dei fiori sbocciare e mutare in sogni. Io non ho messo i manifesti, ma l’erede di Livia è Sillia e Yuuri, sua figlia. Poseidone ha preso il bambino sbagliato, oppure credeva fosse lui ad aver preso dal padre, ma non è così e Tim è stato cresciuto dai Thorton, loro l’hanno aiutato ma non incoraggiato ad usare i suoi poteri, perché sanno cosa possano produrre, in un… Tentativo fatto da ragazzino.» pare quietamente sicuro, ma Umabel è abituato a mettere insieme i pezzi delle storie e delle persone. «Questo non nega a Sillia la capacità di fare casino. La stessa stirpe di Poseidone non è composta da ricamatori, se facessi girare male la principessa Eunice, dovresti imparare a respirare sott’acqua e lo stesso vale per Liriope. Uccidere sangue divino non è facile, mi stupisce che sia bastato un salto a Liriope, quando Clio è praticamente esplosa.» fa spallucce, sarà che le figlie di Zeus sono esuberanti, come il padre, fanno le cose in grande.
    «Non siamo sotto assedio, non dobbiamo mostrarci deboli, non lo siamo.» dice a Celia. «Livia non sapeva nulla del Mercato, Moki-Moki fece intendere che non poteva conoscerlo. Il che è logico, Polimnia sa chi si nutre delle anime, ma non è solo, ha dietro altri Demoni e altri Spiriti. Sono altre notizie che può darci Jiroshi, perché tutte le Muse hanno subito la vendetta, protetti e discendenti sono stati rintracciati in ogni angolo del mondo. Non ha agito da solo, non agisce da solo.» sospira, mentre inizia a guardare il palmo informe di Killian.
    «Hai cercato di tenere al sicuro una tua amica. Dovevi andar via, ma non l’hai fatto e va bene così.» sorride accomodante.

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